Mia Chaplin
La Pittura di Mia Chaplin: Fragilità e Materia in Equilibrio Instabile
Miss Moss - Mia Chaplin
My Touch has Disappeared - Mia Chaplin
Mia Chaplin dipinge corpi che sembrano sul punto di disfarsi. Le sue figure femminili, dense e impastate di colore, non sono mai del tutto solide: emergono e si dissolvono, come se fossero catturate in un processo di continua trasformazione. La sua pittura ha una materialità prepotente, data da strati spessi di olio applicati con la spatola, ma non per questo diventa assertiva: ogni immagine trasmette una sensazione di vulnerabilità, come se il colore fosse un peso che la tela fatica a reggere.
Chaplin si muove in un territorio che richiama l'Espressionismo, ma lo declina in chiave radicalmente intima. I suoi dipinti parlano di isolamento, di corpi che cercano spazio in un mondo che sembra ridurre ogni presenza a una macchia. Il colore è fondamentale in questo processo: le tonalità calde e terrose – rosa spenti, ocra, bruni e rossi morbidi – evocano la carne e il calore umano, ma anche la sua inevitabile caducità. I corpi nelle sue tele sono materici e pesanti, eppure sempre sul punto di svanire, come se la pittura stessa fosse un atto di resistenza alla dissoluzione.
Uno degli aspetti più interessanti del suo lavoro è il modo in cui tratta la superficie pittorica. La spatola diventa uno strumento per erodere il colore, stratificarlo e graffiarlo, come se la tela stessa fosse sottoposta a un processo di usura. In questo senso, la sua pittura assume un carattere quasi scultoreo: le immagini emergono per accumulo e sottrazione, attraverso un lavoro fisico sulla materia. La figura e lo sfondo si mescolano in un gioco di assorbimento e respingimento reciproco, rendendo instabile il confine tra corpo e spazio. Questo effetto crea un dialogo tra presenza e assenza, tra il desiderio di radicarsi e la paura di dissolversi.
Eppure, nonostante questa carica emotiva e materica, c'è un elemento di ripetizione che rischia di indebolire la forza della sua ricerca. Il linguaggio pittorico di Chaplin è potente, ma si muove entro coordinate molto precise, senza mai deviare veramente dalla propria formula. La sua grammatica visiva – corpi femminili, texture dense, colori terrosi – è ormai un marchio distintivo. Il rischio è che l'espressività gestuale, da cifra stilistica, si trasformi in maniera, perdendo l'intensità emotiva che rende i suoi lavori più efficaci.
Chaplin, tuttavia, ha il merito di riportare l’attenzione sulla pittura come esperienza fisica e sensoriale. Il suo lavoro non si limita a rappresentare il corpo, ma lo rende tangibile, quasi palpabile. E in un momento in cui la pittura figurativa tende spesso a scivolare verso il digitale o il narrativo, il suo approccio profondamente materico è un atto di resistenza.
Working on my Spells - Mia Chaplin